Il Ten: la nuova sfida europea

Quando per la prima volta mi parlarono del Ten come grande programma da poter discutere e analizzare come relatore al Parlamento Europeo, credevo fosse la solita relazione di principio, ma poco realizzabile nei contenuti, che alcune volte ci ritroviamo a Bruxelles.
Invece nei giorni a seguire mi resi conto che questo programma, non considerato o poco utilizzato dal 1996, poteva avere grande valore per tutta l’Europa e soprattutto per l’Italia, e qui devo ringraziare Gianfranco Fini per il Suo impegno europeo di sempre, il Ministro Pietro Lunardi per la disponibilità oltre che l’appoggio di tutti i colleghi euro parlamentari senza guardare il colore politico e sottolineando l’alto senso di responsabilità istituzionale che tutti hanno avuto nel momento in cui hanno votato la prima lettura.
Infatti tutti gli altri progetti di Essen (14) sono grandi progetti che mettono il nostro vecchio continente in condizione di poter competere, con delle adeguate infrastrutture, con il vero concorrente di fronte a noi: il Nafta (Canada, Stati Uniti, Messico), il dollaro loro moneta di riferimento ed inoltre il loro “allargamento” al Centro-Sud America.
Il Trans-European Network, nel rispetto prima di tutto della volontà del Parlamento Europeo e quindi della Commissione e del Consiglio d’Europa, rappresenta ai giorni nostri forse la visione strategica che ebbe Carlo Magno nel suo secolo, individuando nei collegamenti dell’epoca la forza del proprio mercato e quindi della propria politica.
Si deve comprendere infatti per essere come dicevano i Romani “vir bonus” e non “dicendi peritus” che il Ten è la sfida dell’Europa; è la sfida a livello economico per la rilevanza degli investimenti e dell’indotto che avrà; è la sfida a livello politico perché dimostrerà l’unitarietà di intenti su un progetto così importante; è la sfida a livello sociale perché permetterà la libera circolazione di merci e persone.
Infatti questi 4,8 miliardi di Euro, che abbiamo voluto finanziare con oltre il 20% a fondo perduto e il 50% della fase progettuale, sono basilari per lo sviluppo della nuova Europa;
Basta pensare che l’ipotesi di spesa totale finale sarebbe 500 mld compreso l’allargamento ad est.
Ma questo vuol dire fare il primo passo. Infatti per realizzare il grande sogno di una Europa centrale a livello economico e politico è fondamentale prima di tutto spostare l’asse più a sud, dove sicuramente la nostra Penisola, con i corridoi 5, 8, (senza confondere il Ten con i corridoi) e le dorsali nazionali sarebbe centrale.
Inoltre la nostra Penisola sta diventando regione transfrontaliera rispetto ai Balcani e su questo dobbiamo fare una battaglia politica per il riconoscimento relativo da parte delle Istituzioni: la possibilità di individuare un’economia premiale (soldi in più) per quelle regioni in uscita dagli ob. 1 e 2 che così avrebbero un “premio” per progetti di collegamento infrastrutturale con l’Europa dell’est; per far sì che questo dibattito sull’allargamento sia conosciuto dalla gente, che tutti i consigli comunali, provinciali e regionali e soprattutto Camera e Senato aprano una sessione specifica di discussione sull’allargamento stesso. Inoltre, dobbiamo iniettare più risorse nel Ten (magari raddoppiare, ma forse chiedo troppo) se vogliamo allargarci ad est; in ultimo, lancio una proposta che ci sia una cabina di regia a Palazzo Chigi che possa guidare la realizzazione dei progetti per l’Italia che riguardano il Ten. Infatti il nuovo Ten deve essere pensato dalla Polonia alla Spagna passando per l’Italia, e facendo tornare il nostro Mediterraneo il mare della Magna Grecia dell’epoca. Se infatti le Istituzioni, Parlamento, Consiglio e Commissione, decideranno di credere nella realizzazione di tali infrastrutture collegate a livello europeo intendendo così la nuova Europa ad est, avremo dato il primo grande segnale che l’Europa si è allargata non solo sulla carta ma anche nei fatti.