È
fatta. Con oggi parte una nuova Europa, non più a 15 ma a 25 Stati.
Una Europa con un mercato di oltre 450 milioni di persone, primo partner
commerciale dell'emisfero americano (nostro vero competitore).
Il più grande allargamento dell'Unione che ci sia mai stato, qualcosa
di unico e anche emozionante per chi come me ha partecipato con il proprio
voto al via finale.
Ora bisogna vedere che Europa costruiremo; un nuovo Super Stato con veri
poteri politici ed economici, o una nuova Super Burocrazia imperniata
sui colletti bianchi e su procedure ormai vecchie ed inutili? Oppure riusciremo
a costruire da una parte un mercato e dall'altra un Parlamento e un Consiglio
europeo con pieni poteri, ed una Commissione che esprima un Presidente
"vero" e un ministro degli Esteri che parli per tutti?
Personalmente, credo a quest'ultima ipotesi, anche perchè in caso
contrario il rischio che corriamo è quello dell'ingessamento dell'Europa,
la sua implosione o la sua deriva (già iniziata con la crisi irachena)
verso un semplice mercato, agevolato tramite accordi bilaterali (vedi
Francia e Germania). Credo e spero da giovane che la nuova identità
dell'Europa permetterà di semplificare da una parte il sistema,
e dall'altra di rivitalizzare persone e strutture, credendo possibile
il raggiungimento della meta finale: l'Europa delle Patrie che parte nel
1957 a Roma grazie a personalità politiche come De Gasperi, e che
vedrà il suo punto di arrivo forse sempre a Roma entro la fine
dell'anno.
Il mio appello va a tutte le forze politiche, ma soprattutto al Presidente
della Camera (già Parlamentare europeo) affinchè questo
sogno si realizzi e dia il suo frutto finale nel prossimo semestre a guida
italiana.
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