Dio, Patria e Famiglia

 

Si deve riscoprire quel rapporto tra cittadini ed Europa che da sempre è risultato difficile, ma negli ultimi anni diremmo che il malato si è aggravato.
La guerra ha definitivamente tolto quel velo di credibilità che ancora questa istituzione aveva con la gente. Vedete quel filo si é interrotto ed ora dobbiamo legarlo di nuovo.
Prima di tutto ritrovare unità e compattezza tra i singoli Stati; quindi ritrovare obiettivi chiari e soprattutto comprensibili per tutti da parte dell’ Europa.
L’ottimo lavoro fatto da Fini e da tutta la Convenzione deve essere messo in pratica subito e comunicato.
Senza entrare troppo nel dettaglio la Grande Riforma è una semplificazione di procedure ed istituzioni e maggiore chiarezza sui ruoli (non solo etichette, vini doc o mozzarelle…).
Cominciamo a vedere chiaro su chi ci rappresenta: un Presidente di Commissione, un Presidente del Parlamento, un Presidente del Consiglio.
Chi avrà poteri legislativi maggiori sarà il Parlamento ed il Consiglio,ma soprattutto ci saranno due deleghe importanti: quella della politica estera e quella della politica di sicurezza.
Senza di questo avremo solo un sistema di moneta ma non certo una Europa delle Patrie.
Dal punto di vista di collegamento con le Istituzioni nazionali, tre sono i principi che si rinchiudono in queste tre parole che bisogna rimarcare costantemente: Dio, Patria, Famiglia.
Per la religione le parole giudaico-cristiane riportate nel “nostro” emendamento e nel preambolo della Costituzione; per la Patria, la difesa della cultura, della storia e dell’identità; per la Famiglia il ruolo e la centralità dell’istituto famiglia. Ecco il collegamento con la nostra vita,con il nostro quotidiano.
Se l’Europa vincerà questa sfida si lancerà nel nuovo secolo come elemento importante nello scenario nazionale ed internazionale, politico, istituzionale e quindi economico.
Vedrete che una Europa a 25 solo con poteri chiari e forti potrà contribuire a risolvere i problemi relativi sia nelle crisi istituzionali, sia soprattutto nella costruzione di quel sentimento Europeo che tanto ci stà a cuore.
An e Uen si stanno sempre più dimostrando su questo percorso l’anima politica di questo processo sia a Bruxelles che in Italia.
Facciamolo ognuno di noi, apriamo il dibattito nelle sedi istituzionali (provinciali, comunali, municipali) soprattutto nel momento nel quale l’Italia andrà a guidare il semestre europeo e avremmo fatto qualcosa di importante per la nostra Nazione.